Centro di ascolto

Il Centro di Ascolto nasce a settembre 2011, con lo scopo di offrire un punto di riferimento a persone e famiglie che stanno attraversando un momento di difficoltà e disagio, sia materiale che sociale, e fornire sostegno e strumenti per affrontare tale disagio. La Chiesa affida al Centro d'Ascolto il compito di stare in mezzo ai poveri, conoscendone le problematiche e condividendone i cammini.

Presentazione

Il centro di ascolto nasce come collettore di tutte le richieste di aiuto e rappresenta il percorso obbligato per poter accedere sia alla distribuzione alimenti (ora piccola bottega solidale) che al fondo di solidarietà per gli aiuti economici.
È il luogo in cui vengono accolte e ascoltate le persone del territorio che si trovano in un momento di difficoltà. Valutata la situazione si cerca di definire, insieme alla persona ascoltata, un progetto di aiuto sostenibile e rispettoso delle risorse e della dignità di ciascuno, che abbia come fine ultimo l’uscita dallo stato di bisogno e l’indipendenza della persona.

Nell’ambito di questo progetto, l’aiuto materiale costituisce un sostegno concreto fondamentale, che vuole però anche essere stimolo a ricercare e valorizzare le proprie potenzialità.

Funzioni e compiti

Dall'ascolto e dall’accoglienza della persona conseguono poi le altre funzioni specifiche e interventi:

  • Presa in carico e definizione di un progetto (di "liberazione dal bisogno")
  • Orientamento delle persone verso una rilettura delle reali esigenze oltre che verso una ricerca delle soluzioni più indicate e dei servizi più adeguati presenti sul territorio
  • Accompagnamento soprattutto di coloro che sperimentano la mancanza di punti di riferimento (e di interlocutori che restituiscano la speranza di un cambiamento)
  • Prima risposta per i bisogni più urgenti
L’attività del Centro di Ascolto non si esaurisce nella relazione con le persone ascoltate: essa implica un’interazione con il territorio finalizzata a una collaborazione attiva con le varie forze presenti (lavoro di rete) e alla costruzione di una comunità attenta alle realtà di povertà, capace di “esprimere solidarietà nella giustizia”, di condividere i bisogni delle persone in difficoltà (per restituire loro dignità) e di valorizzare le relazioni umane.

Strumenti operativi

Per poter svolgere al meglio il proprio servizio, il centro di ascolto si è dotato di alcuni strumenti:

  • PROGRAMMA INFORMATICO: grazie all’intervento di alcuni “addetti ai lavori” è stato elaborato un sistema di raccolta dati in cui poter inserire, consultare ed elaborare le informazioni riguardanti le persone incontrate: dati anagrafici, informazioni sulla condizione della persona (situazione famigliare, abitativa, lavorativa…), problematiche e potenzialità, risorse messe in campo per aiutare la persona (orientamento, erogazione di beni…)
    Utilizzare e mantenere aggiornato questo programma può essere vero e proprio “strumento pastorale” che ci aiuta a leggere la realtà (maggiori informazioni utili a conoscere il fenomeno della povertà, i bisogni e le problematiche presenti nel nostro territorio e la loro evoluzione) e ad identificare le opportune strategie da adottare per affrontare i problemi, oltre che fornirci il materiale per restituire alla comunità il frutto della nostra osservazione ed esperienza.
  • EQUIPE: gli incontri periodici tra volontari del centro di ascolto sono un’occasione in cui riflettere, confrontarsi, mettere in comune idee e raccontare esperienze per affrontare insieme eventuali problematiche e definire linee guida comuni (dimensione comunitaria del servizio)
  • LAVORO DI RETE: la collaborazione e la sinergia con gli altri soggetti del territorio (in primis i servizi sociali del Comune) sono un tassello fondamentale per il nostro servizio, anche se per nulla scontato. Questo ci permette di non disperdere informazioni e risorse, di valorizzare le varie competenze e specificità, di essere più efficaci.
  • FORMAZIONE: è uno strumento indispensabile per rafforzare le motivazioni (far crescere la consapevolezza delle proprie scelte) e le conoscenze dei volontari, prestando attenzione all’evoluzione del contesto e del proprio vissuto (spesso non è sufficiente essere “dotati” di disponibilità, buona volontà, voglia di fare per essere dei “buoni” operatori). Inoltre ascoltare persone che vivono situazioni di disagio è un’esperienza complessa e spesso frustrante che richiede di essere rielaborata. Approfondisci

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